Investire in criptovalute – Tra la FOMO e il suggerimento di un amico

Investire in criptovalute - Tra la FOMO e il suggerimento di un amico
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Ripeterlo più volte non sarà mai abbastanza: investire nel settore delle criptovalute – come altrove – è una questione personale la cui strategia deve essere attentamente ponderata. Non rispettare questa semplice istruzione è come gettare in aria dei soldi nella speranza che la somma che cadrà a terra sia maggiore. Con i memecoin e altre monete di merda come strumento principale per perdite massicce, imboscate per pompare i fondi di investitori troppo creduloni.

Eppure un recente studio condotto negli Stati Uniti dalla Financial Industry Regulatory Authority (FINRA) spiega che la leggerezza è all’ordine del giorno in questo business. In effetti, i dati pubblicati in questo rapporto mostrano che gli investitori che hanno deciso di entrare nel mercato delle criptovalute nel 2022 lo hanno fatto per motivi piuttosto preoccupanti. Sembra infatti che confondano questa operazione con il programma “Chi vuol essere milionario” che offriva la possibilità di chiamare un amico.

Criptovalute

Criptovalute – I Baby Boomers sono investitori migliori

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Criptovalute – Chiedi a un amico

Nel campo degli investimenti finanziari, seguire i consigli degli amici ha più probabilità di farli perdere che di farli guadagnare.. Naturalmente, è possibile guadagnare una fortuna grazie a un malinteso o a un colpo di fortuna. Ma l’applicazione di questa regola casuale non dovrebbe diventare una vera e propria strategia di investimento. Eppure questa sembra essere la norma oggi, secondo l’ultimo rapporto della Financial Industry Regulatory Authority statunitense.

Fonte di informazione per tipo di investitore nel 2022 – Fonte: FINRA

In effetti, secondo i dati pubblicati in questo rapporto, il 48% dei nuovi investitori in criptovalute nel 2022 dichiarerà privilegiare “amici, colleghi o familiari come principale fonte di informazione”. Vale a dire, molto più dei professionisti della finanza, preferiti dal 9%. Questa cifra va vista nel contesto del 25% dei nuovi arrivati che si prevede effettuino ricerche personali prima di investire nell’economia digitale. Un tasso pari a quello dei social network (25%) e per il quale non si stima nemmeno la lettura di rapporti annuali sull’argomento.

Le partecipazioni in criptovalute non erano limitate solo ai nuovi investitori in criptovalute del 2022. Infatti, anche il 31,7% degli investitori del mercato azionario ha dichiarato di possedere una criptovaluta. I nuovi investitori in criptovalute nel 2022 erano più giovani (37 contro 43, in media) e con meno probabilità di avere una laurea quadriennale (28,5% contro 46,3%) rispetto agli investitori del mercato azionario. Tuttavia, non sono state riscontrate differenze significative in termini di etnia e genere.. “

Autorità di regolamentazione del settore finanziario (FINRA)

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Criptovalute – Tra FOMO e il suggerimento di un amico

E proprio come le fonti di informazione nel 2022, anche queste sono I “suggerimenti degli amici” in cima alla lista dei motivi per investire nel settore delle criptovalute in questo periodo. Una cifra che supera di gran lunga tutte le altre motivazioni, anche rispetto al mercato azionario tradizionale. In secondo luogo, la possibilità di iniziare a investire con piccole somme (24%). E poi, la famosa e distruttiva paura di perdere un’opportunità (FOMO) al 10%, senza dubbio la fonte delle maggiori perdite finanziarie nel settore.

Motivo principale del primo acquisto di criptovalute – Fonte FINRA

Un altro dato interessante è che questo studio mostra che gli investitori nel settore delle criptovalute sovrastimano la loro conoscenza dell’argomento. Infatti, solo il 26,6% di questi ultimi è stato in grado di rispondere a un semplice questionario su 5 punti chiave di questa economia digitale, come l’emissione di criptovalute, la loro tassazione o le tecniche di base per identificare i progetti fraudolenti.

I nuovi investitori in criptovalute nel 2022 hanno riconosciuto meno frequentemente i propri limiti di conoscenza. Infatti, meno della metà (44,9%) ha dichiarato di avere una conoscenza soggettiva bassa o molto bassa, nonostante una conoscenza effettiva bassa.. “

Autorità di regolamentazione del settore finanziario (FINRA)

I risultati di questo sondaggio devono comunque essere presi con la dovuta distanza, poiché lo studio si basa solo su 465 persone selezionate a caso tra le famiglie americane. Tuttavia, l’esiguità della percentuale non deve sminuire gli spunti di riflessione forniti da questo rapporto: investire nel settore delle criptovalute deve essere più di un semplice suggerimento di un amico, spesso accompagnato da una sana dose di FOMO

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