Proprio quando l’emittente di USDT, Tether, sembrava aver imboccato la strada di una maggiore trasparenza, sta nuovamente cedendo al suo peggior difetto. Il suo CTO, Paolo Ardoino, ha appena annunciato un rinvio della data di revisione completa dello stato finanziario dell’azienda. Questo alimenta dubbi e sospetti sull’affidabilità dell’asset. Un’opzione chiaramente adottata dal Wall Street Journal (WSJ), che parla di “insolvenza tecnica” per Tether nel caso in cui le riserve scendano fino al 3%.
A Tether la trasparenza piace ancora solo fino a un certo punto
Per molto tempo Tether ha giocato con il fuoco, rilasciando rapporti discutibili sulla propria contabilità a seconda dei capricci del mercato e delle autorità di regolamentazione. In effetti, USDT, pioniere e ancora primo nel registro delle stablecoin, non si è mai veramente liberato della sua aura sulfurea. Una vecchia storia? È difficile crederlo, viste le sue ultime iniziative di trasparenza. Infine, assicurarsi i servizi di una società di revisione contabile affidabile, in questo caso la filiale italiana di BDO, ha suggerito l’accesso alle informazioni necessarie per costruire la fiducia..
Tether è minacciato da “insolvenza tecnica”?
Un annuncio che non è passato inosservato e che ha dato adito ad alcune interpretazioni poco rassicuranti come quella di WSJ. Per il giornale, questo audit, che fa il gioco dell'”Arlesienne”, è forse volto a mascherare una potenziale insolvenza tecnica. In effetti, secondo il suo ragionamento, Tether ha effettivamente un patrimonio pari alla sua capitalizzazione, ma le sue passività ammontano a soli 190 milioni di dollari in meno secondo i dati raccolti sul sito web dell’azienda, la copertura di liquidità sarebbe insufficiente in caso di turbolenze del mercato.
Un calo dello 0,3% degli asset potrebbe rendere Tether tecnicamente insolvente, un fatto che secondo gli scettici potrebbe intaccare la fiducia degli investitori e provocare un’impennata dei rimborsi.
citato in WSJ
Margini ridotti messi da parte da Paolo Ardoino, secondo il quale il capitale di riserva deve “aumentare significativamente nei prossimi mesi”..
Non credo che siamo il rischio sistemico dell’ecosistema.
citato in WSJ
Ha inoltre ricordato che la società non ha incontrato alcuna difficoltà nel riscattare i fondi dei clienti, 7 miliardi in sole 48 ore quando il mercato è crollato la scorsa primavera. Ma il problema rimane l’opacità della natura delle riserve di USDT. In effetti, sebbene Tether abbia innegabilmente compiuto notevoli progressi in questo campo, vi sono ancora delle zone d’ombra. In particolare, sono stati investiti 5,6 miliardi di dollari in token digitali. Una denominazione a dir poco vaga, che non rivela la natura precisa dell’asset e che continua a mettere in dubbio la solidità finanziaria dell’azienda.