La scossa sismica causata dal crollo dello stablecoin UST si fa ancora sentire. Con ripercussioni registrate ben oltre i confini dell’universo delle criptovalute. Attualmente, infatti, è il Giappone che sta cercando di creare un quadro giuridico per regolamentare il mercato di questa stabilità digitale ancora molto relativa. E questo con l’obiettivo di proteggere gli investitori da altri disastri di questo tipo. Con una legge recentemente approvata che garantisce il rimborso al valore nominale. Un requisito che potrebbe comportare seri problemi di fronte alla confusività di questo settore.
Il mercato delle criptovalute ha attraversato una vera e propria crisi di stabilità. Ironia della sorte per un settore notoriamente molto volatile. Con il crollo della stablecoin UST, che ha portato con sé l’intero ecosistema Terra (LUNA). Quest’ultimo sta cercando di riprendersi con forchette e lanci d’aria per cercare di dimenticare questo fallimento già storico. Ma sarà impossibile fare tabula rasa della situazione, che è scritta fino ai fascicoli dei regolatori.
Perché questa vicenda è tutt’altro che passata inosservata. Al punto di alcuni governi ad agire per controllare questo tipo di deriva. Come la Banca d’Inghilterra, che ha appena annunciato l’intenzione di intervenire nella gestione di queste stablecoin fallite. Recentemente, il parlamento giapponese ha presentato una proposta di legge per regolamentare questo mercato. Con il requisito dieventuale rimborso degli investitori sotto forma di riscatto di queste criptovalute al loro valore nominale. Un bel programma!
Giappone – Un disegno di legge per le monete stabili
La vera conseguenza del crollo della stablecoin UST è senza dubbio l’opportunità di controllo che questo offre ai regolatori. Molti governi, infatti, stanno cercando di mettere in atto misure di salvaguardia contro un mercato che non è sicuramente così stabile come sostiene di essere. L’ultimo in ordine di tempo è il Giappone, che ha elaborato una legge su quelle che definisce valute digitali. Le Stablecoin non sono quotate sulle piattaforme di scambio di criptovalute locali. E questa nuova legge potrebbe non essere d’aiuto.
In effetti, questo è un caso di limitare drasticamente l’emissione di questo tipo di moneta digitale stabile. Un progetto già in corso dalla fine dello scorso anno, che mira a limitare questa attività alle banche autorizzate, agli agenti di trasferimento di denaro registrati e alle società fiduciarie. Questi ultimi devono essere garantiti dallo yen o da un’altra valuta legale. Ma soprattutto: garantire ai loro detentori il diritto di riscattarli al valore nominale.in conformità con questa nuova legge.
Questo quadro giuridico è altrettanto restrittivo per le attuali monete stabili, come USDT, USDC o Binance BUSD, mentre apre le porte alle imprese locali. Perché una volta implementata effettivamente – entro due anni – la Mitsubishi UFJ Trust and Banking Corp vuole sviluppare una propria stablecoin, il cui nome è già Progmat Coin. Quest’ultima è interamente sostenuta da yen, depositati in un conto fiduciario. Con la garanzia di un possibile rimborso per tutti i suoi titolari. Una trasparenza che farebbe quasi venire voglia di…
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