Ci sono studi che fanno sentire meno soli, soprattutto in tempi di crisi diffusa. Dimostrando al contempo che l’adozione delle criptovalute non è una speranza vana. Almeno sotto forma di investimento digitale 2.0 che viene abbracciato da un numero sempre maggiore di investitori. E questo anche se, in questo caso, la notizia riguarda esclusivamente coloro che sono classificati nella categoria VIP degli « individui ricchi ». Un recente studio dimostra che il 71% di loro ha fatto il grande passo nell’ultimo anno.
Il profilo degli investitori nel settore delle criptovalute sta cambiando con lo sviluppo dell’economia digitale. E l’arrivo dei family office e di altri « high net worth individuals » indica un notevole cambiamento nel settore. Questi ultimi, infatti, sono noti per essere piuttosto avversi al rischio quando si tratta di assumerlo. Allo stesso tempo, vogliono approfittare delle nuove tendenze, che in genere sono molto più redditizie nel lungo periodo.
Il motivo per cui il numero di questi ricchi investitori è in costante aumento nel settore delle criptovalute. Soprattutto attraverso strutture dedicate alla gestione delle loro fortune. Questi ultimi sono stati spinti dai loro clienti a gettarsi in questo bagno di volatilità, non senza una certa riluttanza. Ecco perché Capgemini consiglia di « dare priorità alla formazione e alla consulenza » nel suo ultimo rapporto sul tema per l’anno 2022. E tutti capiranno perché, vista la situazione attuale!
Criptovalute – Investimenti alternativi popolari
Capgemini ha appena pubblicato la sua ultima indagine sullo stato della ricchezza globale per il 2022. Quest’ultimo si intitola inequivocabilmente: « Customer First Strategy ». Molto probabilmente per rassicurare i ricchi investitori interessati da questo documento, prodotto per la loro attenzione. E un modo per dimostrare loro che non sono soli di fronte a un mercato che da mesi è decisamente ribassista. Tutto ciò è emerso da un sondaggio condotto su 2973 persone con un elevato patrimonio netto (HNWI) in tutto il mondo. E più della metà (54%) ha dichiarato di avere un patrimonio compreso tra 1 e 30 milioni di dollari. Il resto (46%) si colloca al di là di questo intervallo.
Un documento dedicato in parte agli investimenti nel settore delle criptovalute. Anche se questa quota, riassunta sotto il termine « investimenti alternativi », rappresenta solo il 14% dei portafogli di questi ricchi detentori. Una percentuale che è comunque aumentata in modo significativo (+5%) dal 2018, dato che all’epoca rappresentava solo il 9% del loro patrimonio. Questo a scapito della liquidità (o equivalenti), in calo del 3%, e più modestamente degli immobili o delle azioni (in calo del 2%) nello stesso periodo. Ma anche se la percentuale rimane bassa, la domanda è chiaramente in aumento…
Le criptovalute – Popolari tra gli investitori facoltosi
Infatti, anche con una ponderazione del 14% nei loro portafogli, Il 71% degli investitori facoltosi intervistati si preoccupa di collocare denaro in criptovalute in questo sondaggio. Una proporzione che esplode per le generazioni sotto i 40 anni, visto che in questo caso la cifra supera il 90%! Con aree di preferenza, spesso anche legate alla generazione interessata. Ma in generale, e per la generazione più giovane, si nota un notevole interesse per i cripto ETF e le criptovalute in relazione al nuovissimo settore del metaverso.
Infatti, come sottolinea Nilesh Vaidya, responsabile della gestione patrimoniale di Capgemini, » l’afflusso di nuove opportunità come gli investimenti sostenibili e le criptovalute sta avendo un impatto cruciale sul settore della gestione patrimoniale. » E questa nuova tendenza deve essere accompagnata, per non rischiare di perdere le opportunità che rappresenta o di far allontanare gli investitori più facoltosi dai loro servizi. Con un desiderio dichiarato di « dare priorità all’istruzione tempestivache ha tutte le carte in regola per essere una buona idea. E questa semplice domanda: come gestiscono tutti l’attuale tendenza?