Il dibattito sull’euro digitale sta progredendo, in particolare per quanto riguarda la sua natura non programmabile. In quanto creatura esclusiva della Banca Centrale Europea (BCE), sembrerebbe volersi emancipare dalla sua supervisione primaria per irrigare il pensiero dei politici. Una mossa già avviata dai ministri delle Finanze dell’UE a gennaio e che Fabio Panetta, membro del suo comitato esecutivo, ha appena approvato come capo dell’unità incaricata di progettare e lanciare l’euro digitale.
Un euro digitale non programmabile
Al una dichiarazione Fabio Panetta, ben noto nella criptosfera per le sue virulente diatribe contro le criptovalute, che paragona tra l’altro a schemi Ponzi, ha apparentemente delineato chiare opzioni per la valuta che dovrebbe apparire dopo il 2025.
Così, e seguendo le raccomandazioni dei finanziatori dell’UE, afferma che il futuro euro digitale non sarà mai un ” moneta programmabile “che imporrebbe vincoli agli utenti.
La BCE non porrà alcuna restrizione su dove, quando e chi i cittadini potranno pagare con l’euro digitale. Se così fosse, offriremmo un buono. E le banche centrali emettono denaro, non buoni.
Dichiarazione di Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della BCE
Un’inversione di tendenza benvenuta, visto che fino ad allora si era parlato di limiti, tetti massimi e persino di interessi negativi. in caso di eccessivo possesso di una valuta erroneamente percepita più come riserva di valore che come mezzo di pagamento.
La spinosa questione della privacy dei dati
Un altro aspetto essenziale affrontato dal capo artigiano dell’euro digitale: la riservatezza dei dati degli utenti. Si tratta di una questione spinosa, anche se non sembra essere al centro delle preoccupazioni dei cittadini che, come possiamo vedere con il bitcoin, sacrificano volentieri i loro dati privati per la promessa di un servizio facile. Ma in ogni caso, la riservatezza delle transazioni nei regimi democratici non è una questione da trascurare. E la BCE sembra finalmente aver compreso la portata della questione, uscendo dagli schemi e invitando i legislatori a occuparsi dell’argomento.. Meglio ancora, designa i policy maker come coloro che più probabilmente decideranno il livello di riservatezza del nuovo oggetto monetario.
Proponiamo di non avere accesso a nessun dato personale. (…) Spetterà a voi, in qualità di colegislatori, decidere l’equilibrio tra la privacy e altri importanti obiettivi di politica pubblica.
Dichiarazione di Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della BCE
La questione è complessa e la BCE ha già presentato diverse opzioni esplorare.
Ma ciò che è certo è che di fronte a priorità come la lotta al riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo, la prevenzione dell’evasione fiscale e il rispetto delle sanzioni internazionali, la privacy dei residenti nell’UE sarà sempre meno protetta. Questo è il punto di vista recentemente sviluppato dall’Eurogruppo, che ha sostenuto un approccio diverso a seconda della natura delle transazioni.
Il Consiglio direttivo della BCE dovrebbe decidere in autunno se implementare o meno il cosiddetto euro digitale, ma la sua emissione sarà effettiva solo dopo che il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE avranno definito il suo quadro normativo.