L’ecosistema delle criptovalute potrebbe essere Il volto dell’ecosistema delle criptovalute potrebbe cambiare nei prossimi anni. Infatti, la versione centralizzata di questa economia digitale è ormai – e inevitabilmente – superata dai requisiti normativi internazionali. E questa dinamica comporta l’obbligo di allineare i propri servizi alle autorizzazioni rilasciate da strutture come la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, grande specialista nella caccia ai titoli finanziari.
Le conseguenze di questa pressione normativa sono numerose. Per quanto riguarda la piattaforma Binance, l’attuale leader degli scambi centralizzati (CEX), il cui zelo ha portato a il blocco di migliaia di conti iraniani senza alcuna forma di obbligo legale. E per quanto riguarda la sua spalla Coinbase, è stata ancora la Securities and Exchange Commission (SEC) a inviarle di recente una “Wells Notice” per informarla su le indagini in corso su alcuni dei suoi prodotti di criptovaluta..
Coinbase Borrow – Chiusura definitiva dei prestiti garantiti da Bitcoin
Si tratta di una conseguenza diretta delle indagini in corso recentemente segnalate dalla Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense? L’interrogativo rimane, dato che la piattaforma Coinbase ha fatto un annuncio a sorpresa la chiusura quasi immediata del suo “Borrow”. Una dichiarazione ufficiale inviata ieri via e-mail, solo ai clienti attivi di questo servizio di prestito sostenuto da Bitcoin. Il termine ultimo per l’entrata in vigore di questa brusca chiusura è il 10 maggio!
” Aggiornamento Coinbase Borrow: a partire dal 10 maggio 2023, i clienti non potranno più sottoscrivere nuovi prestiti con Coinbase Borrow. Non c’è alcun impatto sui vostri prestiti attuali e non è richiesta alcuna azione in questo momento. Continuerete ad avere accesso alla cronologia dei vostri prestiti e al cruscotto completo di Borrow.. “
Un servizio Prendere in prestito che in precedenza permetteva ai clienti di Coinbase di prendere in prestito fondi – criptovalute o valute fiat – fino al 40% dei loro averi in BTCin cambio di una commissione annuale di circa l’8%. Il limite è stato fissato a un massimo di 1 milione di dollari, con una configurazione semplificata che non richiede alcuna due diligence. Coinbase l’ha presentata come una soluzione ottimale per far fronte a “spese urgenti”. senza la necessità di rivendere i bitcoin… e quindi di ottenere “guadagni o perdite tassabili”.
Un servizio forse un po’ troppo bancario (concorrenza) per essere legalmente accettabile. Ma solo le supposizioni possono per il momento tentare di spiegare questa improvvisa inversione di tendenza del leader statunitense degli scambi di criptovalute. Non bisogna infatti trascurare l’aspetto borsistico che questa società deve affrontare, visto che è quotata in borsa con la sigla COIN. E secondo alcune voci insistenti, l’imminente annuncio dei risultati del primo trimestre non lascia presagire nulla di buono.
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